La Sartiglia di Oristano, uno spettacolo senza tempo
In ogni mossa, in ogni maschera, in ogni comportamento in occasione della Sartiglia di Oristano c'è la storia, quella vera, quegli degli uomini della Sardegna. Provare per credere
Beh, se qualcuno volesse studiare a fondo la storia della Sardegna, di quella parte che non era stata infeudata ai tempi di Spagna, allora può guardare a fondo quella della Sartiglia: troverà moltissimi spunti di riflessione. Certo, è diventata anche un’espressione folcloristica; certo si mette in scena pure per i turisti ma di fondo, in ogni mossa, in ogni maschera, in ogni comportamento, c’è la storia, quella vera, quegli degli uomini della Sardegna.
A cominciare dai Gremi, che altro non erano se non le corporazioni, come avveniva in altre città medievali dell’Italia. A Oristano erano fortissime, potenti, e decretavano l’appartenenza ad un mestiere o ad un altro degli apprendisti, dei giovanotti che sia avviavano a diventare adulti. Nella storia si perdono le vicende del Gremio dei Contadini di San Giovanni Battista, al quale era stato assegnato un fondo, la cui rendita avrebbe dovuto essere impegnata nella corsa della Sartiglia. Ma anche il Gremio dei Falegnami di San Giuseppe riusciva a raccogliere fondi per mettere in campo la festa.
Comunque
sia la corsa avviene in due fasi, nell’ultima domenica e il martedì di
carnevale, quando le espressioni della tradizione e della storia cittadina si
esaltano nelle prodezze equestri, che coinvolgono tutta la città medievale:
corse singole, pariglie, l’abilità e la destrezza dei cavalieri diventa arte
sublime, diventa azione davanti a migliaia di spettatori. E’ la Sartiglia, è la
corsa di Oristano, è la Corsa della Sardegna.