La città medioevale di Oristano

La geniale giudichessa Eleonora d'Arborea

la nobildonna catalana eleonora d'arborea fu una figura altamente carismatica, abile nel raggiungere il ruolo di giudichessa, quasi impensabile per una donna del tempo. Sua la carta de logu, un codice giuridico quantomai longevo

I Giudicati sono stati degli enti statali autonomi di ispirazione bizantina sorti in Sardegna dopo la fine dell’Impero romano. Sebbene il loro declino sia iniziato già nel Duecento con l’ascesa di Pisa e poi degli aragonesi, in alcune zone resistettero più a lungo: è il caso del Giudicato di Arborea che perdurò per tutto il Trecento anche grazie all’abilità di una giudichessa: Eleonora d’Arborea, nobildonna che detenne il potere alla fine del XIV secolo.

Le cronache ci restituiscono l’immagine di una donna tanto minuta sotto l’aspetto fisico quanto determinata e carismatica sul piano psicologico. La sua vita merita di essere ripercorsa nelle tappe fondamentali. Nacque in Catalogna all’incirca nel 1347 ma appena sette anni dopo si trasferì in Sardegna dove suo padre Mariano Bas-Serra era stato nominato giudice dalla Corona de Logu, una sorta di consulta di notabili e funzionari isolani. Sposò giovanissima Brancaleone Doria per suggellare l’alleanza tra Arborea e i Doria in funzione anti aragonese, avendo i figli Federico e Mariano.

Nel 1382 suo fratello Ugone III, capo del Giudicato, morì. Eleonora fu abile nel tessere una rete di alleanze per piazzare suo figlio alla successione, sventando una congiura del re di Aragona e proclamandosi Giudichessa di Arborea sfruttando il diritto regio sardo che concedeva alle donne il diritto di salire sul trono alla morte del loro padre o del fratello. Difese la sovranità del regno e soprattutto emanò la Carta de Logu, un moderno codice giuridico di 198 articoli che rimase in vigore per secoli.

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