Sulle spiagge di Cabras: la Penisola del Sinis e il sito archeologico di Tharros
Una terra ancestrale e antica, affacciata su un mare cristallino delle varie sfumature di topazio blu: le spiagge di Oristano appartengono a un territorio ancora selvaggio al di fuori delle mete del turismo sardo più sfrenato. Vacanze semplici e autentiche sono quelle che le coste di questo territorio della provincia di Oristano offrono ai turisti che possono deliziarsi delle bellezze naturali del paesaggio e dei riti quotidiani cui anche i forestieri possono partecipare.
Le spiagge della laguna di Cabras, lungo la Penisola del Sinis, danno la possibilità di vivere momenti intensi: dalle peschiere dove ci si può cimentare nell'attività di cattura del muggine (il pesce tipico di queste zone), alla scoperta delle antiche presenze con il sito archeologico di Tharros, città punico-romanica che si affaccia sul mare.
Nell'antica peschiera dell'area è molto in voga l'ittiturismo: i pesci del golfo di Oristano risalgono la costa verso uno stagno ricco di organismi viventi di cui sono ghiotti ed è qui che l'impianto permette la cattura del muggine da cui si ricava la pregiata bottarga. Nella penisola esiste anche il CReS, ente che svolge attività di recupero e soccorso delle tartarughe e dei cetacei, animali di cui queste acque sono ricche.
A circa 30 km dalla costa, c'è l'area marina protetta, con la meravigliosa isola di Mal di Ventre, visitabile "in punta di piedi" solo con escursioni guidate.
Cicloturismo ed escursioni a cavallo o in mountain bike offrono una visione d'insieme unica soprattutto quando si raggiunge il sito archeologico di Tharros, insediamento fondato dai Fenici tra l'VIII e il VII secolo a.C. È situato nel comune di Cabras, a sud della Penisola del Sinis ed è una sorta di museo all'aria aperta dove si possono scorgere ancora le rovine di edifici antichissimi, risalenti a diversi periodi, testimonianze delle varie civiltà che hanno abitato queste terre: come il Tophet, santuario fenicio-punico con la necropoli ben distinta e le strutture romaniche in laterizio. Da poco restaurati e portati in auge i Giganti di Mont'e Prama, statue di arenaria risalenti all'età Nuragica che servivano ad accompagnare i defunti. Scoperte negli anni Settanta, oggi sono conservate nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari.
Infine, agli amanti del Surf o del Kite è utile sapere che la Penisola di Sinis è conosciuta anche come "Hawaii del Mediterraneo" perché offre ai più giovani la possibilità di divertirsi con le alte onde solleticate costantemente dal maestrale.