I Gremi di Oristano
Contadini, falegnami, armaioli, fabbri, carpentieri, vasai rappresentavano, in passato, il cuore pulsante di Oristano, quando erano divisi e organizzati nelle corporazioni di arti e mestieri, lascito più concreto della dominazione aragonese.
Il termine Gremio, che stava a indicare le corporazioni nate sul modello delle formule statutarie mutuate dalle associazioni barcellonesi, fu preceduto da una serie di definizioni che andavano dal nome di "maestranze" a "offici" a "germanitad" e attestato a partire dal XVIII secolo d.C. Strettamente legati alle attività economiche del territorio, i Gremi si riunivano sotto la protezione di uno o più Santi Patroni; dopotutto Gremio deriva dall'espressione "in gremio" che significa "in grembo".
Si tratta di associazioni ben organizzate che regolavano la propria attività in base a uno statuto: una vera e propria costituzione che dettava norme amministrative, doveri religiosi, discipline professionali e gli esami per i nuovi soci. Erano tutte piccole comunità con le loro regole e un'identità ben definita, in grado di determinare rapporti economici ma anche di solidarietà tra gli appartenenti allo stesso Gremio. Al loro interno una struttura gerarchica per la distribuzione dei compiti gestiva i vari aspetti della corporazione. I maggiorali ad esempio amministravano gli introiti e fungevano da tesorieri controllando tutto il denaro che usciva ed entrava dalle casse del Gremio e in particolare gestiva le spese per le feste in onore del patrono.
Una forte identità religiosa di queste corporazioni si accompagnava a una disciplina ferrea, a doveri morali e sociali che nascevano da un principio base: quello del "mutuo soccorso" verso i soci che si trovavano in difficoltà.
L'attività dei Gremi venne abolita con una legge post unitaria del 1864 che obbligò le corporazioni a trasformarsi in società di mutuo soccorso. Forti della loro tradizione però e della forte radicazione che hanno guadagnato nel territorio di appartenenza, queste istituzioni sono rimaste ancora oggi nelle città di Sassari e di Oristano. In quest'ultima i due Gremi più conosciuti, quello dei contadini e quello dei falegnami, hanno guadagnato prestigio e fama grazie alla Sartiglia.
Prima dell'abolizione de iure attuata nel neonato Regno d'Italia, ad Oristano vi erano sette Gremi: quello dei sarti, dei fabbri, dei figoli, dei calzolai, dei Muratori, dei contadini e dei Falegnami. Gli ultimi tre sono attualmente attivi e continuano a tramandare, oltre a usanze e tradizioni, rapporti economici che rappresentano il volto più antico di queste terre. Degli altri, rimangono le chiesette sparse per la città in onore del Santo Patrono al quale facevano capo.