La Sartiglia: giostra equestre

Sartiglia e agricoltura: un connubio antico

La Sartiglia è prima di tutto una manifestazione per ingraziarsi la natura e i suoi frutti, il suo valore propiziatorio si rispecchia nelle pratiche più importanti della corsa equestre: dalla vestizione dei componidori e dei cavalieri, sino alla corsa alla stella e alla benedizione con pippa e maju. La valenza propiziatoria dei rituali è essenzialmente legata all'arrivo della primavera che richiama la nuova fecondità del terreno. Il legame tra questa pratica e il territorio, nel senso stretto del termine, è dunque molto forte e si rispecchia nella vita economica e commerciale della popolazione oristanese.

Abbiamo parlato della Sartiglia di Oristano dal punto di vista più spettacolare, ammirando la bellezza dei costumi e il prodigio dei cavalieri durante le pariglie, i rituali fortemente sentiti dai due gremi protagonisti, quello dei contadini e quello dei falegnami, ma abbiamo tralasciato uno delle parti fondamentali di questo rapporto uomo-natura: i frutti del terreno per i quali gli abitanti di Oristano danno vita ogni anno a uno dei carnevali più affascinanti della tradizione sarda.

Sono soprattutto le attività ortive quelle più praticate nell'area di Oristano: carciofi, pomodori industriali (il 90% di tutto il pomodoro dell'isola viene coltivano intorno ad Oristano), bietole, angurie e meloni sono i prodotti maggiormente coltivati dopo il riso, che interessa tutta l'area che va da Oristano fino alla piana di Simagis. Anche i legumi come le fave e i ceci arricchiscono le colture che si praticano in questa area e che si possono gustare insieme in un piatto tipico presente in tutti i ristoranti di Oristano: la zuppa di fave e ceci con piedino di maiale.

Non dobbiamo dimenticare poi i vigneti che accompagnano i versanti dolci delle colline, orgoglio e simbolo dell’agricoltura sarda dell’oristanese. A proposito di orgoglio e di vino, oltre alla Vernaccia, vino per antonomasia della Sartiglia, un vitigno in particolare è figlio di queste terre: quello che produce il Nieddera, un vino autoctono dell’area coltivato già in epoche antichissime dai fenici e dai cartaginesi nei pressi dell’antica Tharros.

Ancora oggi il richiamo alla terra per i sardi di Oristano è un richiamo forte che passa attraverso organizzazioni e strutture economiche che tendono a promuovere i frutti del territorio, puntando su qualità e pratiche naturali. La Sartiglia mantiene così il suo valore propiziatorio al quale si aggiunge quello promozionale: in occasione del Carnevale gli abitanti di Oristano possono far conoscere maggiormente i sapori e le ricchezze della propria terra.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.