La città medioevale di Oristano

Eleonora d'Arborea, la signora di Oristano

Una donna astuta e tenace alla guida della Sardegna, questo fu Eleonora d'Arborea, signora di Oristano che oltre a decretare il destino dell'Isola segnò definitivamente la storia di questo capoluogo.

Oristano la celebra durante la Sartiglia facendo indossare a una donna oristanese i panni della giudicessa che annuncia l'avvio della giostra equestre attraversando le vie cittadine a cavallo per ricevere gli omaggi della popolazione.

Una giovane esile e dal carattere deciso, secondo le descrizioni, documentate e giunte fino ai nostri giorni, che la ritraggono come figlia di Mariano I, come moglie di Brancaleone e madre di due figli. Prima e oltre questo però Eleonora fu giudicessa della Sardegna, la prima e unica nella storia dell'Isola. Durante il suo governo, Oristano visse uno dei momenti più floridi e, potremmo dire, democratici dopo la politica autoritaria di Ugone III (fratello di Eleonora). Fiore all'occhiello della politica della Signora fu proprio la Carta de Logu, una raccolta di leggi che riconosceva ai cittadini diritti e doveri.

Negli anni in cui guidò il Giudicato, Eleonora d'Arborea riuscì a unificare tutta la Sardegna prima divisa in tanti Giudicati, tenendo in scacco e ricacciando ai margini dell'Isola, in alcune fortezze sulla costa, gli aragonesi ai quali tenne testa con grande audacia e pragmatismo. Il suo progetto, il suo sogno, terminò con l'arrivo della peste nel 1404 circa, un'epidemia alla quale non sfuggì nemmeno la giudicessa.

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