Breve storia di Oristano

Un porto sicuro al riparo dal maestrale, zone stagnanti molto pescose, terreni fertili e ampi pascoli hanno reso la penisola del Sinis meta ambita già in epoca fenicia e punica quando Oristano ancora non era stata concepita e tutta l'area era piena di quell'atmosfera selvaggia e rigogliosa di vita che ancora oggi i sardi sono riusciti a mantenere inalterata, nonostante l'urbanizzazione e il turismo.

L'importanza commerciale del territorio si comprende dalle rovine di Tharros che fu edificata lungo la costa in accorpamento del porto che, da come sono ubicati gli edifici ancora riconoscibili, rappresenta il punto di maggior rilevanza del territorio.
La nascita di Oristano è grosso modo datata 1070 d.C., quando Tharros era già stata abbandonata in favore di un insediamento nell'entroterra a riparo dalle scorribande dei pirati.

Il Periodo giudicale

Tra il X e l'XI secolo i sardi crearono degli organi di autogoverno che diedero vita a quattro Giudicati: quello di Cagliari (o Calari) a sud, di Torres-Logudaro a nord-Ovest, di Gallura a Nord-Est e quello di Arborea nell'area Centro-Ovest. Quest'ultimo comprendeva anche Oristano ed era il Giudicato più importante dell'isola e che resistette più a lungo degli altri.
Fautore di una spinta a unificare tutta l'isola sotto la sua guida il Giudicato arboreo vide il suo momento di splendore dopo che Papa Bonifacio VIII diede l'intero territorio, con annessa la Corsica, ai re aragonesi. In particolare, Oristano visse il suo periodo d'oro sotto la guida di Eleonora D'Arborea che ne prese le redini nel 1392 emanando la Carta de Logu, una sorta di costituzione ante litteram presa a modello dallo Statuto Albertino dell'Ottocento.

La Provincia di Oristano

Con la morte di Eleonora D'Arborea anche il Giudicato arrivò alla sua fine e dopo tre secoli di ombre sulla storia di Oristano e il territorio circostante, nel 1970 divenne una provincia. Del glorioso passato di Oristano e del Giudicato d'Arborea rimangono i palazzi e le tradizioni.