Su Componidori e la maschera della Sartiglia

La maschera della Sartiglia

Simbolo indiscusso della Sartiglia di Oristano è la maschera che, come in gran parte delle tradizioni popolari, ha un ruolo determinante nello svolgimento della giostra equestre. Indossata da su Componidori e dai cavalieri che partecipano alla corsa alla stella, la maschera è caratterizzata da tratti androgini che richiamano valori mitici e sacri. 

È un unico pezzo di legno intagliato e dipinto con vernice di colore scuro (marrone-verde) per il gremio di San Giovanni (quello dei contadini) e bianca per il gremio di san Giuseppe (quello dei falegnami).
Ai lati della maschera ci sono dei fori che servono per far passare i lacci, con i quali andrà fermata sul volto di chi la indossa. La maschera facciale, frutto delle maestranze artigianali del territorio, serve a configurare, nella sua interezza, l'immagine di un personaggio sacro o profano che prende il posto dell'uomo mortale. La maschera trasforma così chi la indossa in una divinità. Per questo, finché su Componidori ha la maschera non può toccare terra e dunque scendere da cavallo ed è sempre la maschera che gli conferisce il potere di impartire la benedizione al popolo che lo acclama, tramite lo scettro di fiori di "sa Pippia e' Maju". 

Abito e cappello, a completamento della maschera della Sartiglia, terminano la trasformazione dell'uomo in Dio. Entrambi vengono fermati con delle cuciture eseguite durante il rito della Vestizione per evitare che su Componidori si scomponga e ritorni un essere umano durante la gara, vanificando così le aspettative del rituale. 

Secondo recenti studi e scoperte archeologiche, la maschera sarda avrebbe origini piuttosto remote, precedenti persino alla presenza spagnola sul territorio.
I tratti facciali e il cappello a punta che trasformano l'uomo in su Componidori potrebbero riallacciarsi alla "maschera facciale con elmo" utilizzata nei reparti cavallereschi dell'esercito imperiale romano, arrivato in Sardegna intorno al I secolo d.C. Si tratta di una maschera di bronzo utilizzata in battaglia ma anche nelle parate e durante gli hippika gymnasia, sport cavallereschi dell'epoca classica quando le maschere erano utilizzate, come poi nei secoli successivi, a scopo cerimoniale e rappresentativo. 

La maschera, protagonista della Sartiglia di Oristano, sarebbe così il risultato di una trasformazione della tipologia facciale avvenuta nel tempo, quando a cambiare è stato il materiale (da bronzo a legno) e il colore esteriore ma non il carattere sacro, collegato al soprannaturale, giunto inalterato fino a noi e che rende i cavalieri della giostra equestre eccezionali almeno per un giorno.

Vuoi lasciare un commento?

Compila i campi per lasciare un commento. Il commento verrà pubblicato dopo l’approvazione del moderatore.